martedì, febbraio 23, 2010

Lezioni quando meno te le aspetti

Vivere tota vita discendum est.

Cose da liceali: solita scorpacciata di letteratura latina pre-interrogazione, di quelle che mentre leggi non leggi, semplicemente muovi gli occhi e sottolinei meccanicamente. Ebbene, non mi aspettavo di trovare nel libro di latino una sorpresa del genere. Una frase che mi ha fulminato, ha risvegliato in me stupore e curiosità sopiti da settimane. Ho dovuto, dico sul serio, fare una pausa e fermarmi a riflettere. Come un deficiente, a poche ore dal test, fermo seduto a pensare. Vecchio furfante di un Seneca, la sapevi lunga tu.

Per tutta la vita si deve imparare a vivere.

giovedì, febbraio 18, 2010

Da padre a figlio

Se ti scherniscono e ridono di te, non abbatterti. Queste persone ne trarranno divertimento, mentre tu soffrirai doppiamente: per afflizione e per invidia.

Se ti scherniscono e ridono di te, non schernire a tua volta. Nella maggior parte dei casi verrai sopraffatto; se invece avrai la meglio sarai diventato uno degli altri.

Se ti scherniscono e ridono di te, abituati perciò a ridere degli scherni. Gli altri, credendoti vinto, si divertiranno, e tu sarai ugualmente divertito dalla loro ingenuità.

Ricorda infatti che la condotta migliore non favorisce esclusivamente se stessi, ma l'intera comunità, e quindi anche se stessi.

martedì, febbraio 16, 2010

Dubbio

Caro Ministro Luca Zaia, sono venuto (naturalmente) a conoscenza delle Sua candidatura alla Presidenza del Consiglio Regionale del Veneto. Mi chiedevo, in quanto cittadino, se una Sua eventuale elezione non venisse in contrasto con quanto statuito dalla Legge n. 165 del 2004 riguardo l'applicazione dell'art. 122, primo comma, della Costituzione. In tal caso dovrebbe rinunciare alla carica di Ministro?
Non sono affatto esperto in materia giuridica, perciò una delucidazione riguardo la questione sarebbe un chiaro segno di trasparenza e buona fede.
Sperando vivamente in un chiarimento, ed augurandoLe buon lavoro, porgo Cordiali Saluti.


Magari risponde, chilosà.

martedì, febbraio 09, 2010

Glad to be wise, after all

Ciò che contraddistingue il saggio, principalmente, non è il sapere stesso, ma la volontà di sapere. È evidente infatti che lo stupido non desidera sapere, poichè non osserva, non medita, non indaga. Ciò genera inconsapevolezza, e di conseguenza spensieratezza, che coincide con l'ideale più comune e volgare di felicità. Per questo la stupidità appare più attraente della saggezza: il sapiente fatica e stringe qualcosa che non riusciamo neanche a comprendere, lo stolto ozia e vive tranquillo e felice.

In parte vero, ma vale se il punto di partenza è la stupidità. La chiave sta nel punto di vista. Mentre lo stolto non capisce quale sia la meta del sapiente, nè vede un'utilità nella ricerca, il saggio comprende ciò che insegue. Riconosce perciò il suo valore, ed è per questo che non torna rassegnato alla stupidità dopo tante fatiche, perchè faticare per la sapienza gli appare comunque più qualificante di vivere nell'ignoranza.

Chi, in conclusione, decide che è il momento di osservare, meditare, indagare, non torna mai indietro. È un prospettiva che suscita timori e dubbi, ma tutto sommato non mi trovo male.

È una tematica davvero troppo ampia per riassumere tutto quì. Bisognerebbe scriverci un libro, solo che gli stolti poi non lo leggerebbero.

martedì, febbraio 02, 2010

Legge "Romani"?

[...] è proprio questo che bisogna togliersi dalla testa: che Internet e la televisione di assomiglino. E devo ammettere che mi fa un pò paura leggere di gente che lo pensa, perchè una volta che ti convincono di questo, possono convicerti che molti interventi invasivi e lesivi siano addirittura necessari.
La differenza tra i due è sostanziale: la TV è un mezzo di distribuzione di contenuti, dalle emittenti agli utenti. Le emittenti mandano in onda le trasmissioni e chi ha la tv le guarda, passivamente.
Internet invece è una rete, un mezzo di CONDIVISIONE di contenuti. Vuol dire che ogni utente prende parte attiva in questa attività e può creare materiale, così come riceverlo, modificarlo, commentarlo e dare feedback in tempo reale. Capisci quindi che porre limiti esterni a questo scambio di dati corrisponde a porre limiti al funzionamento stesso della rete. Con quale diritto si fa ciò? Può qualcuno vietarmi di dirti una cosa liberamente? Certamente no! E allora perchè ci si sente in diritto di controllare il traffico di dati? Internet esiste come insieme di utenti collegati fra loro, non è controllabile per definizione. Ma se lo fanno diventare, ai nostri occhi, una piccola grande televisione, ecco allora che diventa giusto controllarlo.